TRE MOSTRE FOTOGRAFICHE SU DIVERSI ASPETTI DELL' EUROPA. IN COMUNE, IL MOVIMENTO DI PERSONE IN UN MONDO CHE CAMBIA.

TRAVERSATE FACCE DIVERSE D'EUROPA

Lo sviluppo del sistema infrastrutturale in Europa, con la creazione e l’ampliamento delle reti e la conseguente riduzione dei costi dei trasporti e di distribuzione di beni e servizi, sarà determinante per lo sviluppo dell’economia Europea del futuro. Il progetto del corridoio n. 5 che attraversa l’Europa da est a ovest con l’alta velocità, ha un’importanza strategica per l’unificazione della Comunità Europea e in questo progetto Milano investe il suo futuro di grande area di scambi economici di scala internazionale. Diventa però sempre più importante capire quali sono i costi, sia ambientali che sociali e culturali, che ne deriveranno e quanto queste trasformazioni del territorio incideranno sulla sua tenuta. Le linee ad alta velocità attraversano indifferenti il territorio, trasportano enormi flussi di merci, persone, informazioni, per trasmetterle da un nodo all’altro della rete: i Centri Globali. Questi sono costituiti da grandi aree urbane in cui si concentrano le funzioni più avanzate del capitalismo. In queste estensioni “ultra urbane”, che occupano lo spazio fino all’orizzonte, in cui si perde l’esperienza dell’”altrove”, si è ormai creato uno scarto percettivo con la memoria della città, con le sue tracce. Perciò lo spazio si è “deterritorializzato”, ha perso le potenzialità di luogo simbolizzante, capace di esprimere rapporti sociali, culture e memoria storica, senso di appartenenza e identità collettive. Esso ormai attiene essenzialmente alla funzione di collegamento tra due punti. Al di fuori di queste due categorie (centro globale e spazio deterritorializzato) stanno dei mondi ormai marginali, espressione di culture fragili, in attesa di una loro definitiva sparizione, diventano testimoni esterni dell’indifferenza delle reti. Le tre mostre fotografiche che si susseguiranno dal 19 novembre all’8 dicembre sono lavori di quattro fotografi che hanno prestato il loro sguardo a queste realtà marginali: La sequenza di immagini di Charlotte Menin (dal 19 al 24 novembre, con Thomas Bär) si è interessata di un gruppo di immigrati africani del Mali che, nella speranza di regolarizzare la propria posizione, non sta né dentro né fuori dalla rete. Come se si trovasse in un deserto africano, la piccola carovana si è costruita una tenda dove attendere al riparo, non si sa se in procinto di una nuova partenza o per conoscere un definitivo approdo. I ritratti di Thomas Bär, realizzati durante diversi viaggi in varie città europee sono una campionatura di abitanti legati ai loro luoghi, sono tipi locali, testimoni stanziali. Danilo Borrelli (dal 26 novembre al 3 dicembre) ha ripreso l’altra rete, quella dei canali d’acqua, che si dipana per tutto il nord Europa; una tecnologia del trasporto su acqua efficientissima, senza devastazioni ambientali. La rete di vie d’acqua con i suoi ponti, traghetti, macchine per il trasbordo tra i diversi livelli, non divide il territorio che attraversa ma anzi amplifica i paesaggi delle pianure che sui canali si riverberano. Ma ormai le “mirabili sorti del progresso” hanno abbandonato queste vie “lente”; non vi è progresso nella lentezza dei canali. Magari possono “venir buoni” per un parco o per un museo. Marco Costa (dal 3 all’8 dicembre) ha attraversato il territorio tra Milano e Pavia al seguito delle greggi transumanti. La transumanza che prima attraversava il centro di Milano, come documentano varie stampe e fotografie degli inizi del ‘900, oggi lambisce le città. Le greggi, e i pastori che le conducono, battono piste antiche che subiscono anch’esse le trasformazioni del territorio. Sono percorsi che fanno parte delle reti di strade minute. Con i canali, le rogge, i fossi, i confini e altre linee di sedime costituiscono il reticolo che tiene insieme il territorio, attraverso il quale è possibile orientarsi, come sanno bene gli agrimensori e ancor meglio gli stessi pastori. Proprio questi percepiscono nelle loro traversate una condizione di graduale spaesamento causato dall’indebolimento sempre maggiore di questi riferimenti. Alcuni si affidano ormai alle segnaletiche stradali e la transumanza la fanno caricando le greggi su capienti autocarri, attrezzati magari con navigatori satellitari.

 

Mario Marche

 

 

LA TRNSUMANZA.

 

I pastori arrivano dalle valli bergamasche e bresciane, dove trascorrono l'estate.

Questo spostamento dalla montagna alla pianura e viceversa, non viene quasi più effettuato

a piedi: la gran parte di loro carica oggi il gregge su modernissimi camion.

Conoscono il paesaggio in cui si muovono meglio di un cartografo. Non solo, sono anche la memoria vivente delle trasformazioni che il territorio ha più volte subito nel corso degli anni. Grazie a queste conoscenze riescono a superare le insidie dovute prevalentemente al traffico automobilistico.Con il sopraggiungere dell'estate, i pastori fanno ritorno agli alpeggi, oasi lontane dai rumori e dai fumi della pianura. Sono tre, quattro mesi tranquilli dove comunque

non è possibile riposare; si continua a lavorare sodo.

Giuseppe Salvi dalle prime avvisaglie d'autunno fino agli ultimi giorni di primavera si sposta

nella pianura compresa tra il sud di Milano e il nord di Pavia. L'estate invece la passa tra i

monti della Val di Scalve, dal Passo della Presolana al Passo del Vivione.

Giuseppe è giovane, ma da più decenni espertissimo pastore. Questo lavoro è diventato per lui scelta di vita quando, appena quattordicenne, da Melzo decise di seguire un altro pastore per apprenderne il mestiere.

L'ho accompagnato per alcune stagioni, condividendo una minima parte dei suoi 1.500 chilometri percorsi a piedi ogni anno. Quando ci siamo salutati mi ha detto che l'anno che verrà, sarà l'ultimo anno di transumanza.

 

Marco Costa

 

 

 

DAL BALTICO AL MEDITERRANEO.

 

C'è un posto dove le case sono di ferro, le lampadine vanno a gasolio e le navi scavalcano le montagne.

I suoi abitanti vengono da tutta l'Europa e viaggiano ogni anno per migliaia di chilometri senza mai allontanarsi da casa.

Le loro merci vanno lontano, lentamente, senza rumore e consumando poca energia.

Questo posto sono i fiumi e i canali d'Europa, una grande rete di vie d'acqua costruita nei secoli superando gli ostacoli geografici, i problemi tecnici, le divisioni nazionali e politiche.

Una rete che oggi connette l'intero continente, dall'Atlantico al Mar Nero, dal Baltico al Mediterraneo senza interruzioni, e che può risolvere molti problemi energetici e ambientali del trasporto.

 

Danilo Borrelli

 

PORTRÄTS.

 

I portraits, svolti negli ultimi due anni e mezzo, sono il risultato degli incontri più svariati con amici che mi sono molto vicini o sconosciuti in diversi luoghi europei. Incontri, nei quali in parte nonostante grandi difficoltà di linguaggio ha luogo una comunicazione che funziona attraverso il modo di starsi di fronte, attraverso il linguaggio dei corpi e gli sguardi e non attraverso il linguaggio delle parole dette.

 

Thomas Bär

 

SANS-PAPIERS.   Hotel de Ville”

 

Ottobre 2007. Saint-Denis, banlieue parigina (banlieue nord).

Si tratta di 8 famiglie con bambini originarie del Mali che abitavano un immobile dismesso occupato. In giugno sono stati sgomberati dalla polizia e da quel momento occupano lo spazio sotto la tettoia che collega gli uffici del Comune di Saint-Denis col tribunale (!). Da quattro mesi per strada, dormono in una sorta di tenda collettiva.

Il Comune sta prendendo in considerazione i dossier per le famiglie in possesso di documenti. Per i sans-papiers invece non ci sono proposte. Con il sostegno di reseau solidarité logément Saint-Denis, i sans-papiers cercano di ottenere la regolarizzazione. Nel periodo in cui ho fatto i loro portraits queste persone si trovavano nel momento presumibilmente più vulnerabile per un sans-papier: quello in cui dall'illegalità si cerca di entrare nella legalità: si informa la polizia della propria presenza e del luogo in cui ci si trova, mettendosi a rischio di arresto immediato.

 

Charlotte Menin